Simbologia della spalla in MTC
La grande mobilità che caratterizza la spalla è giustificata dalla forma delle sue superfici articolari e dall’elevato numero di muscoli e tendini interessati. Questo permette dei movimenti delle braccia in tutte le direzioni dello spazio ed è il presupposto della possibile azione della mano nella prensione e nella manipolazione. Nel simbolismo che ogni parte del corpo porta con sé per la costruzione della complessità dell’individuo, la spalla rappresenta il poter fare, agire, operare, vera e propria radice del movimento eseguito dalla mano.
Vi è insito il senso della potenza del corpo, della forza fisica e della sua possibile espressione in termini di violenza o prevaricazione. Nella figura fisica le spalle “larghe” incarnano questi simboli che troviamo sintetizzati nella figura mitica di Ercole (Eracle). L’eroe dalle grandi spalle è la rappresentazione figurata della forza combattiva, il simbolo della vittoria dell’animo umano sulle proprie debolezze, vittoria ottenuta superando grandi difficoltà e fatiche.
Un altro elemento simbolico collegato con le spalle è la resistenza, la solidità dell’individuo, la capacità di sopportare i pesi dell’esistenza. Sulle spalle si caricano i fardelli e chi ha “buone spalle” è in grado di sorreggere i pesi e le fatiche per sé e per gli altri. È l’uomo che si assume le proprie responsabilità e le tiene in carico, la cui rappresentazione mitica è Atlante, il gigante che sostiene l’intero mondo, raffigurato curvo ma possente, nella sua instancabile azione.
In negativo “alzare le spalle”, “voltare le spalle a qualcuno” sono gli atteggiamenti di chi non si assume queste responsabilità.
Nella tradizione ebraica la parola sèkhem (spalla) vuol dire anche “termine”, “scopo”, e costituisce la radice del nome di Sichen, città del paese di Canaan, terra promessa la cui conoscenza è l’unico scopo della vita.
Nella tradizione cinese il cingolo scapolare rappresenta il destino; anticamente le scapole venivano usate nelle arti divinatorie per predire il futuro.
Nel movimento verso l’alto delle braccia vi è, poi, la rappresentazione della resa, della sottomissione incondizionata, dell’accettazione della superiorità del nemico ma anche, nelle liturgie, della divinità. Quindi una deposizione della propria “potenza” come garanzia di sottomissione o segno di umiltà.
La spalla ci parla, dunque, della potenza fisica dell’individuo, della forza combattiva, della sua solidità, resistenza, capacità di assumersi le proprie responsabilità e sopportare i pesi dell’esistenza. Vi è anche una notazione di potenzialità, di supporto per un movimento finalizzato (della mano), di capacità di realizzare qualcosa in tempi successivi.
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Si ringrazia Felipe Guerra in qualità di autore e fonte delle informazioni tecniche qui descritte.
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